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Richard Rogers architetto

Richard Rogers: Opere, Biografia e Storia di un ArchiStar

Richard Rogers (1933-2021) è forse l’uomo che meglio riassume l’architettura del suo tempo, con la sua brillante carriera, che lo ha portato all’assegnazione del Premio Pritzker nel 2007: dopo gli studi all’Architectural Association School of Architecture di Londra e alla Yale University a New Haven, Connecticut, nel 1964 fonda insieme alla moglie Sue e ai coniugi Wendy e Norman Foster, il Team 4, a cui si deve la realizzazione della fabbrica Reliance Controls Factory (1967) e altre opere di minore notorietà.

Sempre nel 1967 Rogers ha rappresentato gli architetti inglesi alla biennale di Parigi, tenendo corsi universitari a Cambridge e a Londra. Alla fine del decennio, insieme alla moglie, realizzò una casa leggera e flessibile, costituita da elementi in plastica. E’ sicuramente uno degli architetti più famosi al mondo. La sua produzione architettonica vanta opere assai conosciute come la realizzazione del Centre Pompidou di Parigi, progettato in collaborazione con Renzo Piano.

richard rogers

Richard Rogers House

Il progetto della Rogers House, ai tempi della sua costruzione 22 Parkside, era in netto contrasto con lo stile architettonico prevalente. Con sede a Wimbledon, si trova nella zona South West di Londra ed era stata commissionata dai genitori di Rogers. La dimora non è mai stata immaginata come costruzione statica, ma era era stata pensata per evolversi nel tempo. Nello specifico, per adattarsi alle nuove tecnologie e ai possibili cambiamenti di destinazione. Progettata negli anni sessanta, parliamo di una dimora monopiano caratterizzata da cornici d’acciaio iconiche e riconoscibili.

L’edificio, a differenza della maggior parte del tempo, aveva facciate interamente vetrate, pensate per creare originali composizioni tra interni ed esterni, tra loro uniti. La casa è stata recentemente ristrutturata dallo studio Gumuchdjian Architects, vive oggi come ambiente per gli studenti della Graduate School of Design dell’Università di Harvard (Harvard GSD), per incontri e seminari. 

rogers house

Opere di Richard Rogers

La sede della Lloyd’s Insurance di Londra, realizzata fra il 1978 e il 1986,  è senza dubbio uno di quegli edifici che hanno fatto la storia dell’architettura del XX secolo: la pianta dell’edificio si sviluppa in senso circolare tutta attorno ad un atrio centrale, per dare vita ad uno spazio completamente libero, con tutti gli elementi di distribuzione verticale, i condotti del sistema impiantistico e i volumi dei servizi collocati fuori dall’involucro dell’edificio principale, a vista, come già avvenuto anche nel “Beaubourg”:  la scelta di collocare tutti i servizi all’esterno dell’edificio, racchiusi entro “contenitori” grigi sopra le torri, corrisponde a una precisa dichiarazione di logica funzionale e progettuale. Il cuore dell’edificio è la Underwriting Room che occupa il piano terra e le prime tre gallerie intorno all’atrio: in questi spazi ciascun gruppo di assicuratori ha il suo stand o box. Dalla Room si vede tutto e dai box e dalla maggior parte dell’edificio si vede la Room.

lloyds richard rogers

L’edificio si innalza dai sei ai dodici piani, eppure la proporzione e il disegno dei particolari architettonici riescono ad integrare sapientemente l’architettura con l’intorno urbano.

  • Un museo che nasce con l’obiettivo di creare una istituzione artistica e culturale è la Fondazione Prada a Milano.

Altro progetto importante realizzato da Richard Rogers, che qui vogliamo ricordare è il Terminal T4 dell’Aeroporto Internazionale di Madrid, ultimato nel 2007: l’intervento si compone del nuovo terminal principale, e di un edificio satellite, posto a est del terminal stesso, e collegato da un tunnel sotterraneo lungo quasi tre chilometri.

t4 richard rogers

Segno caratterizzante l’edificio è la linea sinuosa della copertura, che poggia su colonne in acciaio inclinate, con una base di cemento armato lasciato in vista. La copertura è l’elemento che unifica tutto il progetto; lastre di acciaio formano una sequenza di onde che coprono tutte le parti dell’edificio. All’interno queste onde sono sempre visibili, ma internamente le troviamo rivestite in strisce di bambù, per dare un tono caldo all’ambiente. La linea sinuosa dei soffitti in bambù accompagna i passeggeri attraverso tutto il loro viaggio all’interno dell’edificio. Anche esternamente, l’immagine nel suo complesso esprime leggerezza e trasparenza, creando una forte connessione visuale fra interno ed esterno.

Arch. Elena Valori

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