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Congedo mestruale

Congedo mestruale: perché in Italia ancora non esiste e perché dovremmo parlarne di più

Ah, il congedo mestruale… quel tema così scandaloso da far arrossire persino chi dovrebbe difenderlo. Ancora oggi, nel magico mondo del progresso, parlarne scatena dibattiti infuocati e opinioni degne di una telenovela. Ma dai, forse è il caso – udite udite – di iniziare a prenderlo sul serio, no?

Il ciclo mestruale non è e non dovrebbe essere un tabù, visto che non stiamo parlando di un capriccio, e in particolar modo non è una “scusa per voler stare a casa”. In realta è una necessità per molte donne che, durante il ciclo mestruale, si ritrovano ad affrontare dolori che vanno ben oltre il fastidio passeggero.

Congedo mestruale cos’è?

Il congedo mestruale è un permesso retribuito (o parzialmente retribuito) che permette alle lavoratrici di prendersi uno o più giorni di pausa dal lavoro durante il ciclo mestruale, senza dover ricorrere a ferie o malattie.

Esiste già in diversi paesi: il Giappone lo ha introdotto nel 1947 (avete letto bene, quasi 80 anni fa), seguito da paesi come l’Indonesia, la Corea del Sud, la Spagna e, più recentemente, anche alcune aziende all’avanguardia nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Ma in Italia? Zip. Nulla. Nonostante qualche proposta timida depositata in Parlamento, il tema è sempre stato trattato con imbarazzo, come se parlare di mestruazioni fosse ancora “una cosa da non dire a tavola”. L’ultima proposta concreta di legge risale al 2016, ma si è persa tra mille altre urgenze politiche e soprattutto… una marea di pregiudizi.

“Lavorare col ciclo dovrebbe essere illegale ” (a detta della modella Bella Hadid)

Se c’è una persona che non ha paura di dire le cose come stanno, quella è Bella Hadid. Supermodella internazionale, icona di stile e ora anche paladina dei diritti femminili. In un’intervista che ha fatto il giro dei social, Bella ha dichiarato senza mezzi termini: “Lavorare col ciclo dovrebbe essere illegale”. Boom.

E ha ragione. Perché chi soffre di dolori mestruali intensi (quelli veri, mica il “mal di pancia” da pubblicità anni ‘90) sa bene quanto possa essere difficile anche solo alzarsi dal letto, figurarsi affrontare riunioni, clienti, o turni in piedi di otto ore. Bella Hadid, con la sua piattaforma, ha dato voce a milioni di donne che spesso non vengono credute o, peggio, vengono giudicate “deboli” o “drammatiche”.

Ma perché in Italia non esiste ancora il congedo mestruale?

Bella domanda. E la risposta è un mix di cultura, ignoranza e un pizzico di maschilismo strutturale.

L’Italia sembra applicare l’abilità del silenzio con particolare attenzione alla salute femminile. Ad esempio, sull’endometriosi: (nonostante colpisca 1 donna su 10), la sua presenza mediatica è quasi inesistente. La stessa situazione accade con un altro tema comune a tutte le donne di una certa età: la menopausa sul posto di lavoro è un tema che spesso cade nell’oblio, avvolto da un silenzio persistente.

A ciò si aggiungono le classiche paure: “E se ne approfittassero?”, “E se creasse discriminazione nell’assunzione delle donne?”, “E se poi tutti vorranno il permesso per ogni mal di testa?”. Paure che nascono da stereotipi, non da fatti. In realtà, i dati dai paesi dove il congedo mestruale esiste già mostrano che il numero di richieste è contenuto, e che le donne lo usano con senso di responsabilità. Quindi no, non diventerebbe una scusa generalizzata, ma un diritto da esercitare quando davvero serve.

Cosa serve per creare un cambio di passo?

Il congedo mestruale non è un regalo, ma un riconoscimento della realtà biologica di metà della popolazione.

Affrontare l’argomento in maniera trasparente, senza timori, è il primo passo per realizzare un ambiente lavorativo più equo e inclusivo.

Serve il coraggio di affrontare il tema nelle aziende, nelle scuole, nei media. Serve normalizzare i corpi femminili invece di farli sempre sembrare “troppo complicati” per adattarsi al mondo.

E sì, serve anche un po’ di sana leggerezza. Perché diciamocelo: a volte le battaglie si combattono anche con un sorriso (e magari una borsa dell’acqua calda sottobraccio).

In conclusione, il congedo mestruale è una proposta seria, concreta e necessaria. L’Italia è pronta? Forse no. Ma sarebbe ora di iniziare a muoversi. Anche perché, come ha detto Bella Hadid, lavorare col ciclo dovrebbe davvero essere illegale.

Parola d’ordine: congedo mestruale. Che sia la prossima conquista da inserire nell’agenda politica e sociale del Paese.

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Total Design, La Redazione

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