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Lavoro: opportunità all’estero

Fare l’architetto all’estero

Ormai è una realtà dei nostri tempi, quella di lasciare il Paese d’origine per cercare una situazione lavorativa migliore all’estero: la libera circolazione dei lavorati all’interno dell‘Unione Europea ha inoltre favorito questo fenomeno. Ma cosa serve per fare l’architetto fuori dall’Italia?

Cerchiamo di rispondere sinteticamente a questo quesito.

Innanzitutto, il Titolo di Studio, che viene riconosciuto a livello europeo dalla direttiva 200/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.

Per ottenere il riconoscimento del proprio titolo professionale occorre presentare domanda all’Autorità competente del Paese ospitante e fornire tutta la documentazione richiesta.
In ciascun Stato membro dell’UE esiste almeno un Punto Nazionale di Contatto che può indicare quale è l’autorità competente e fornire informazioni sull’iter da seguire.

Come secondo requisito fondamentale, una buona conoscenza della lingua inglese e magari anche di una seconda lingua, in base al Paese in cui si avrebbe intenzione di cercare lavoro.

Ma non basta: se già in Italia è importante la presentazione del proprio CV e del Portfolio, all’estero tutto questo viene coadiuvato da una cover letter ossia una lettera di presentazione  in cui il candidato espone le motivazioni che lo spingono a proporsi per tale mansione, i requisiti professionali che potrebbe apportare allo studio, e quanto altro potrebbe portare il datore di lavoro a proporre un colloquio conoscitivo.

E’ bene poi ricordare che, in linea generale, ogni Paese ha le sue normative specifiche, che variano anche in base alla tipologia di impiego: esercitare la libera professione autonoma avrà regolamentazione differente rispetto al lavoro come dipendente presso uno studio tecnico.

Prima di intraprendere l’avventura all’estero è consigliabile informarsi circa la tendenza del mercato del lavoro in tale Paese, le professioni attualmente richieste e cosa comporti, nella vita quotidiana, stabilirsi in un altro Paese, compreso il sistema sanitario, contributivo, ecc.

Per quanto riguarda i Paesi membri dell’Unione Europea, il portale EURES fornisce già molte informazioni utili, oltre ad una serie di annunci di lavori, suddivisi in base all’impiego ricercato.

Arch. Elena Valori

 

 

 

 

 

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