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Palazzo Campiello Vigonovo

Una nuova facciata per riporta in auge un palazzo carico di storia

Una nuova facciata per riporta in auge un palazzo carico di storia

Proseguiamo il nostro “viaggio” fra i vari interventi di recupero e restauro, con l’intervento realizzato a Vigonovo, dove un vecchio palazzo abbandonato ha trovato nuova vita grazie ad una nuova facciata carica di simbolismo, mantenendo tutto il suo fascino pur nella nuova veste di edificio residenziale suddiviso in appartamenti.

Nel settembre 2011 è stato inaugurato il restauro del Palazzo Campiello a Vigonovo, curato dallo studio di architettura 3ndy Studio; L’obiettivo dell’intervento era riqualificare una parte importante del paese di Vigonovo, creando una nuovo luogo di aggregazione sociale a completamento del centro storico.

Il complesso, risalente alla fine del 1800, si presentava abbandonato e fatiscente.

Palazzo Campiello a Vigonovo prima del restauro

L’edificio consiste in due blocchi distinti per forma, destinazione d’uso e qualità architettonica, con due rispettive corti: l’immobile era caratterizzato da una facciata scandita da un’infilata di archi al piano terra, una sequenza di  finestre bifore al piano primo e da una fitta merlatura a coronamento.

Palazzo Campiello a Vigonovo planimetria piano terra

 

A causa dello stato di grave abbandono della struttura, danneggiata da un incendio risalente agli inizi degli anni ‘80, non è stato possibile un intervento di restauro conservativo.

Visto l’intento dei progettisti di non perdere l’identità e la memoria del luogo, 3ndy Studio ha progettato tra l’edificio e la piazzetta una struttura, a sostegno del ballatoio, che crea una sorta di “quinta scenica“, un’opera d’arte a se stante che ripropone in chiave moderna, senza cadere in un falso storico, l’originaria immagine della facciata e le lacune dell’antico intonaco.

Palazzo Campiello a Vigonovo dettaglio passaggio  Palazzo Campiello corte interna

La nuova facciata in corten riproduce le dimensioni di quella scomparsa, con il relativo il ritmo delle aperture, ma suggerisce anche il passaggio del tempo sull’intonaco.

Per completare la facciata, lo studio ha chiamato a collaborare lo scultore piacentino Giorgio Milani, che ha scritto su questa “pagina”, arricchendola attraverso i pieni e vuoti creati dalle lettere dell’alfabeto sui pannelli di acciaio corten.

Facciata in corten  dettaglio scritta

Nasce da qui “Eco di passi nella memoria”, un’opera di lettering, ovvero una composizione di lettere e simboli appositamente scelti dall’artista, in base alla loro origine ottocentesca (anno a cui risale la costruzione dell’edificio) e alla loro veste estetica, bilanciando diversi alfabeti, tra maiuscole e minuscole, in diverse rielaborazioni  creando un’armonia estetica e culturale.

 

Arch. Elena Valori

 

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