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Stufa pirolitica 00

Stufa Pirolitica: da Interno o da Esterno?

La stufa pirolitica si distingue dalla stufa tradizionale, infatti impiega una peculiare tecnologia di combustione, per l’appunto la pirolisi. Grazie alla pirolisi si incrementa l’efficienza energetica della stufa, ma con emissioni molto più basse di quanto avviene nel processo termico tradizionale (fonte immagine di copertina: Youtube – canale Iskamna).

Quello dato dalla stufa pirolitica è un sistema ancora non molto diffuso in Italia, ma in fase d’espansione. Viene, al contrario, molto impiegato nell’Est Europa. La pirolisi, sulla quale la stufa in questione fonda il proprio funzionamento, è una reazione chimica. Vengono introdotte delle biomasse in un contenitore, e queste ultime vengono scaldate fino al raggiungimento di temperature molto alte, con la combustione che avviene in assenza d’ossigeno. Ma vediamo i dettagli di funzionamento, oltre alla composizione di una stufa pirolitica.

Composizione e funzionamento di una stufa pirolitica

La stufa pirolitica si compone di una camera dove avviene la combustione, un coperchio isolante per impedire l’ingresso d’ossigeno, e infine di un tubo in acciaio corredato da un foro per l’areazione. Il funzionamento è un processo di riscaldamento basato sull’accumulo e sul rilascio graduale di energia termica (calore).

Stufa pirolitica 01
Fonte immagine: sito iStock

La pirolisi avviene a temperature comprese fra i 900 e i 1000 gradi, e in totale assenza d’ossigeno. Con il presente processo, viene incrementata a dismisura l’efficienza, e cioè la capacità della combustione di generare energia, e quindi sviluppare calore. Grazie alla sua efficienza, tutte le biomasse immesse nella camera di combustione, a differenza di quanto avviene in una stufa del tipo “standard”, alla quale siamo più abituati, vengono bruciate completamente, al 100%, con una completa trasposizione in cenere delle biomasse medesime.

Per l’accensione, dopo aver immesso le biomasse (che si tratti di carbone, pellet, fogliame, legname), dovremo inserire dell’alcol, senza che vi sia la fiamma, dopodiché si potrà accendere il meccanismo. Non c’è nulla da temere, per il funzionamento, se la stufa viene usata correttamente, e in essa sono altresì presenti dei dispositivi di sicurezza, volti a controllare le emissioni e allo spegnimento automatico. Oltre a questi, riporta anche sensori di temperatura, per tenere quest’ultima sotto controllo.

Il sistema è molto ecologico, e lo si deduce anche dal reimpiego dei gas prodotti. Si tratta di idrogeno e di monossido di carbonio, i quali non vengono poi scartati, bensì reimmessi nella camera di combustione come ulteriore fonte energetica per generare calore. Visto il circolo chiuso dei gas di scarico prodotti, la stufa pirolitica non necessita neppure di una canna fumaria.

Come classificare una stufa pirolitica

Vediamo quali sono i principali tipi di stufa pirolitica. Abbiamo la stufa pirolitica automatica, con sensori che rilevano la temperatura in camera di combustione, ma anche la quantità di biomassa in essa presente. Sulla base di queste rilevazioni, la stufa impiega il combustibile e l’aria necessari automaticamente, ottimizzando l’intero processo.

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Fonte: Sito LS Stoves

A seguire, abbiamo la stufa pirolitica a carica continua. In questo prodotto si ha un’alimentazione di combustibile continua, consentendo la costanza nella combustione e fa anche sì che la quantità del carburante sia ottimizzata. Infine, troviamo la stufa pirolitica ad accumulo. Essa produce calore, che viene poi raccolto nella camera di combustione. In questo modo, può proseguire con l’irradiamento del calore anche da spenta, con un’autonomia che arriva quasi ad 8 ore di fila.

Vantaggi e svantaggi della stufa pirolitica

La stufa pirolitica detiene innumerevoli vantaggi, dei quali in primis, come già fatto notare, l’efficienza energetica. Del resto non potrebbe essere altrimenti, visto che, così come brucia il combustibile, brucia altresì i gas che in un altro prodotto sarebbero risultati “di scarto”, con notevole ottimizzazione di processo.

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Fonte: sito gliSpazzacamino

La stufa ha un utilizzo versatile, poiché è potenzialmente in grado di funzionare con ogni tipologia di biomassa. L’uso della stufa pirolitica è poi del tutto eco-compatibile, ovvero sostenibile, data la mancata emissione di fumi, e le emissioni di gas costituiscono davvero una quota minima. Il residuo della pirolisi, inoltre, è il biochar, che può essere reimpiegato in agricoltura come fertilizzante naturale. Una famiglia che acquista una stufa pirolitica, pertanto, potrebbe coltivare l’orto, il giardino, o delle aiuole attigue allo spazio esterno, senza acquistare concime in negozio.

Oltre a garantire l’igiene, la stufa pirolitica garantisce anche l’assenza di cattivi odori, con un procedimento che è del tutto inodore per l’ambiente in cui la stufa venga collocata. Altro vantaggio risiede nella sicurezza, grazie al processo controllato, e al fatto di non dover essere, il prodotto, collegato alla rete elettrica. Richiede, inoltre, poca manutenzione. e, per quanto attiene l’installazione, è semplice ed immediata.

Dall’ottimizzazione di risorse deriva anche un risparmio economico tangibile, sulle spese connesse ai consumi. Veniamo adesso alla parte relativa agli svantaggi. Se la stufa è ad alto rendimento, ecologica, e non prevede scarichi emissionanti, è anche vero che il suo prezzo d’acquisto è decisamente più elevato di una stufa “tradizionale”. In Italia hanno una certa diffusione le stufe pirolitiche da esterno, mentre molto scarsa è la quantità di stufe pirolitiche da interno. Queste ultime comunque, arrivano a costare da 2.000 euro in su, mentre quelle da esterne, di piccole dimensioni, partono da prezzi molto più fattibili, ossia da 100 euro circa, a salire.

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